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Notícias EF 176

 

Acte de cloenda del projecte EFEC 2013

Recull de fotografies de l ‘acte de cloenda d’ EFEC 2012/2013 al Palau de Pedralbes, el 27 de juny de 2013.

 

L’educació financera serà obligatòria a les escoles angleses

La educación financiera será obligatoria en las escuelas inglesas a partir de septiembre de 2014. La decisión se anunció tras una larga campaña a favor de la educación financiera por parte de varios organismos y grupos de educadores, padres y políticos. Martin Lewis, fundador del portal MoneySavingExpert.com, consiguió 118.000 firmas en una petición en Internet […]

 

L’ensenyament d’economia com a resposta a una necessitat social

Andrés A. Gonzalez Medina ens parla de la importància d’introduir i reforçar l’ensenyament en materies d’economia i finances a la ESO. Article extret de la revista Extoikos. La enseñanza de la economía como respuesta a una necesidad socials

 

Un país d’analfabets financers

Banco de España y la CNMV piden que la educación financiera forme parte del currículo escolar La calcopirita es un mineral del cobre. Los estudiantes españoles aprenden sus propiedades, pero no saben qué es el euríbor o cuál es la diferencia entre un depósito y una cuenta corriente. Durante sus vidas solo una minoría sacará […]

 

Economistes demanen educació financera a Primària, ESO i Batxillerat

El Consejo General de Colegios de Economistas ha destacado en un informe la necesidad de que la enseñanza de la economía sea un elemento fundamental del sistema educativo y que se impartan asignaturas al respecto en Primaria, ESO y Bachillerato. El documento “Informe sobre Enseñanza de la Economía 2013″ señala que debe aprovecharse el anteproyecto de […]

 

El euríbor se cuela en las aulas

Trabajadores de entidades financieras imparten voluntariamente talleres de educación financiera en un centenar de institutos catalanes IVANNA VALLESPÍN. Barcelona, 6 mayo 2013 ¿Os endeudaríais para ir de vacaciones? ¿Y para pagar un máster? Son algunas de las preguntas que lanza Roger Benet, empleado de banca, a sus oyentes, que en este caso no son clientes, […]

 

Espanya ha d’apostar per l’educació financera

Publicado el 19 de febrero de 2013 por CosasDeDinero Uno de los graves problemas que tenemos en este país es que la inmensa mayoría de los españoles tiene una educación financiera prácticamente nula. Da igual la edad que tengamos, nadie se ha molestado en darnos una mínima educación para gestionar nuestro dinero. Ni en la escuela […]

 

Murcia i el Colegi d’Economistes donarán educació financera als alumnes

7/12/2013 La Consejería de Educación, Universidades y Empleo, y el Colegio Oficial de Economistas de la Región de Murcia colaborarán para contribuir a la mejora de la educación financiera de los ciudadanos de la Región de Murcia, especialmente de los jóvenes que cursan Enseñanza Básica, pero también de los adultos, a través del programa de […]

 

Educació per les finances

Artículo escrito por Borja Foncillas, socio director del área de Desarrollo de Afi, el 13 de septiembre de 2013 La presidencia rusa del G20, que comenzó el 1 de diciembre del año pasado, aprovechó la cumbre de jefes de estado y de gobierno celebrada en San Petersburgo la semana pasada para presentar un documento de la OCDE titulado “Advancing National Strategies […]

 

Segueixen sent possibles les microfinances per la inclusió social tal i com van ser concebudes als anys 70?

Jorge Bolívar, Fundación I&C, Inversión y Cooperación, 12 de Diciembre 2013 Antes de tratar de desarrollar una respuesta a esta pregunta es importante hacer la siguiente aclaración: Hablo de microfinanzas para la inclusión social para diferenciarlas de las microfinanzas como negocio financiero. Hablo además de de inclusión social y no solo financiera para resaltar la […]

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Categoría: GeneralSalone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

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6 April, 2016 N/A

Mapa Salone del Risparmio, Milan

Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani.

L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio.

Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali.

Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”.

La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington.

L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”.

Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio.

Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%).

Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo.

Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere.

Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti.

Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case.

Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

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Categoría: GeneralSalone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

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7 April, 2016 N/A

Mapa Salone del Risparmio, Milan

Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani.

L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio.

Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali.

Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”.

La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington.

L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”.

Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio.

Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%).

Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo.

Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere.

Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti.

Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case.

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Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani.

L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio.

Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali.

Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”.

La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington.

L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”.

Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio.

Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%).

Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo.

Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere.

Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti.

Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case.

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Categoría: General2nd Cherry Blossom Financial Education Institute

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14 April, 2016 N/A

Mapa George Washington University School of Business

On April 15, 2016, the 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute will be hosted by GFLEC at the George Washington University School of Business. The 2016 Institute is sponsored by the National Endowment for Financial Education.

2nd Cherry Blossom Financial Education Institute

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15 April, 2016 N/A

Mapa George Washington University School of Business

On April 15, 2016, the 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute will be hosted by GFLEC at the George Washington University School of Business. The 2016 Institute is sponsored by the National Endowment for Financial Education.

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