Josep Soler: “España está a la cola de Europa en planes de educación financiera”

Josep Soler: “España está a la cola de Europa en planes de educación financiera”

7/1/2015 – Josep Soler, presidente de la Asociación Europea de Planificación Financiera (EFPA), llama a «mejorar la cualificación de quien compra productos de riesgo, pero también de quienes los venden»

7/1/2015 – Josep Soler, presidente de la Asociación Europea de Planificación Financiera (EFPA), llama a «mejorar la cualificación de quien compra productos de riesgo, pero también de quienes los venden»

Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

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VÍDEO: Josep Soler comenta los resultados de los test de stress

Para Josep Soler (Barcelona, 1961), los asesores financieros son los médicos y farmacéuticos del sector, es decir, los que recetan y venden productos a los usuarios y como tal deben ser regulados y formados. Este catalán fundó y ahora preside la Asociación Europea de Planificación Financiera (EFPA, por sus siglas en inglés) que certifica al colectivo y admite que las preferentes fueron un «error nefasto» que perjudicó a muchos clientes, pero también al sector que sigue sin haber recuperado la confianza de la población. «Se debe mejorar la educación financiera de quien compra estos productos complejos, pero también de quien los vende que en muchos casos no sabía lo que estaba colocando». Soler, quien también es director general de Instituto de Estudios Financieros y ha sido asesor comercial de EE.UU., también recalca que hay que exigir que existan «garantías del comportamiento ético de los asesores». En 2014, la EFPA certificó a más de 3.500 profesionales. En España, la institución cuenta con 11.500 asociados que cada dos años deben acreditar su nivel de cualificación y ha realizado más de 42.000 exámenes desde su fundación hace doce años.

¿Qué responsabilidad tienen los asesores financieros en algunos episodios de la crisis?

Es indispensable todo lo que sean regulaciones para mejorar la distribución financiera, donde más problemas ha habido, sobre todo en este país. En una crisis sistémica muy importante a nivel de entidades, hemos tenido una serie de desastres en distribución financiera. Colocaciones que han traído muchos problemas. Al igual que al sector sanitario le exigimos que los profesionales estén muy cualificados, hay que exigirlo aquí. Y regularlo. Es necesario que los usuarios tengan las garantías de que los asesores tienen una cualificación y un comportamiento ético adecuados. Con la nueva directiva europea MiSFID II se va a avanzar en este capítulo.

Un punto, por cierto, que falló en casos como el de las preferentes…

Hay que etiquetar aquellos productos complejos como tales y hacer que los profesionales entiendan el producto. Había muchos que vendían preferentes sin saber en qué consistían. Si se hubiese explicado que en las preferentes se podía perder hasta el 80% de lo invertido, hubiera habido menor colocación. Debería haber habido un reconocimiento anterior de los errores mucho antes. Las preferentes han sido un error nefasto para los clientes pero también para el conjunto del sector. El financiero vive de la confianza y la reputación. Ahora cuesta mucho más recuperar la confianza. Por ello estamos haciendo un esfuerzo entre los 11.500 asociados en España.

¿Cómo se evitan errores como los que hemos visto?

Con cuatro puntos: es indispensable la cualificación del profesional y su comportamiento ético. Pero no solo hay que mejorar la oferta, sino también la demanda. Debemos aumentar la cultura financiera de la población. En España estamos a la cola de Europa en planes de educación financiera. Tercero, no podemos seguir con el nivel de conflictos de intereses que hay y para ello hay que regular y autorregular. Que los asesores no tengan que vender los productos de la entidad y punto, sino que podamos elegir entre un abanico de opciones que ofrecer a los clientes. Y transparencia, mucha más transparencia.

¿Cree que se debería impartir educación financiera como una asignatura más?

Tampoco es eso, pero debe haber más formación financiera. Se puede dar en horas complementarias, mejor que la den profesionales, voluntarios del propio sector y que enseñe cómo diseñar un presupuesto personal, los riesgos del sobreendeudamiento, el binomio entre rentabilidad y riesgo. Tenemos más de 1.000 voluntarios en toda España que ya están impartiendo esta formación.

Josep Soler: El asesoramiento financiero en España es mejorable

Artículo publicado en el diario ABC

ene 8, 2015Efec

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6 Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali" 6 abril, 2016 N/A Mapa Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani. L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio. Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali. Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”. La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington. L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”. Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio. Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%). Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo. Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere. Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti. Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case. Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

7 Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali" 7 abril, 2016 N/A Mapa Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani. L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio. Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali. Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”. La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington. L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”. Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio. Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%). Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo. Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere. Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti. Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case. Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

8 Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali" 8 abril, 2016 N/A Mapa Ogni volta che viene divulgato un rapporto Ocse-Pisa, gli Italiani risultano avere scarse competenze finanziarie. In primis, i giovani. L’educazione finanziaria di un popolo deriva essenzialmente da tre fattori: la conoscenza di base della materia, il comportamento (ovvero come le nozioni vengono tradotte in pratiche reali) e la propensione al risparmio. Nel nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto, le competenze finanziarie risultano scarse, i comportamenti incostanti sul lungo periodo e il risparmio è di tipo passivo, ovvero ci si limita a non spendere e a lasciare fermi i capitali. Il tema dell’educazione finanziaria degli operatori ma anche dei clienti di promotori finanziari e private banker è ormai percepito come imprescindibile, tanto che il Salone del Risparmio, a Milano dal 6 all’8 aprile, rafforzerà quest’anno i propri tradizionali appuntamenti dedicati alla formazione avviando gli “Stati generali dell’educazione finanziaria”. La riunione plenaria (organizzata per l’8 aprile, il terzo giorno della manifestazione storicamente aperta a studenti e investitori privati) vedrà l’intervento di Annamaria Lusardi, docente al Global Financial Literacy Excellence Center della George Washington University di Washington. L’esistenza di ciascuno è un continuo susseguirsi di decisioni finanziarie, dall’uso della paghetta da bambini al servirsi di un conto corrente, di una carta di credito, dall’accendere un mutuo al risparmiare per la pensione e “la scuola deve necessariamente tenerne conto – sottolinea Lusardi. – Dobbiamo dare ai ragazzi gli strumenti necessari per prendere decisioni finanziarie consapevoli”. Magda Bianco (Banca d’Italia), Giuseppe D’agostino (Consob), Andrea Belfratti (Feduf) e Stella Anastasi (Lega consumatori) prenderanno parte all’incontro così come 1600 studenti delle scuole superiori di tutt’Italia parteciperanno a momenti propedeutici al risparmio e alla finanza, organizzati dal Salone in collaborazione con il Museo del Risparmio. Le conoscenze in materia finanziaria degli italiani appaiono molto diversificate, a partire dalle nozioni basi del risparmio. Risultano ad esempio abbastanza chiari i concetti di inflazione (63% dei sondati del rapporto Ocse-Pisa) e di rapporto rischio/rendimento (82%) ma non altrettanto il calcolo degli interessi semplici (sul breve periodo. 33% degli intervistati) e composti (sul lungo periodo, 31%) e la diversificazione degli investimenti (47%). Più confortante risulta essere la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie, tenendo sotto controllo le spese e pensando al risparmio, anche in una prospettiva di medio periodo. Le scelte di gestione denotano una certa oculatezza e attenzione alla propria capacità di spesa: l’83% degli intervistati considera attentamente il costo di un bene o di un servizio prima di acquistarlo e il 78% paga i conti entro le scadenze. I problemi emergono alla distanza, poichè soltanto il 30% dei censiti risulta in grado di porsi obiettivi finanziari a lungo termine e di impegnarsi per poterli raggiungere. Non è da trascurare naturalmente come da almeno un decennio l’Italia stia attraversando una fase di crisi economica, reale e percepita, e come in tale contesto le normali pratiche di gestione patrimoniale siano venute meno con l’insorgere di più stringenti problematiche quotidiane. Di queste paure ha risentito anche l’approccio al risparmio di tipo passivo, per cui oltre il 40% dei sondati ha congelato i propri movimenti. Nel parlare di educazione finanziaria in Italia non bisogna dimenticare infatti che in questi anni, secondo gli studi di settore, il 27,% dei risparmiatori ha mantenuto riserve di liquidità e masse sul conto corrente, mentre il 13,5% ha a tutt’oggi i propri risparmi fermi nelle cassette di sicurezza o addirittura nascosti nelle case. Salone 2016, per l'educazione finanziaria in programma gli "Stati Generali"

14 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute 14 abril, 2016 N/A Mapa On April 15, 2016, the 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute will be hosted by GFLEC at the George Washington University School of Business. The 2016 Institute is sponsored by the National Endowment for Financial Education. 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute

15 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute 15 abril, 2016 N/A Mapa On April 15, 2016, the 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute will be hosted by GFLEC at the George Washington University School of Business. The 2016 Institute is sponsored by the National Endowment for Financial Education. 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute 2nd Cherry Blossom Financial Education Institute